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Intervista ai Dittatvra

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Uno spiedino di betulla tipicamente abruzzese trafigge il cuore pulsante dell’Emilia Romagna. Questa è l’obliqua e grottesca cornice narrativa dal sapore Stokeriano all’interno della quale prende forma il progetto della band horror crossover Dittatvra. L’italiano è il linguaggio attraverso il quale le liriche esprimono in maniera dissacrante e con piglio punk, tematiche rabesche intrise di black humor e suggestioni ammiccanti la pop culture.
La capacità di smaterializzare la vocalità contenutistica, per trasformarla in una coloratissima onda sonora che travalica i generi si innesta con le evoluzioni ritmiche e sincopate, insieme alla potenza del basso e della chitarra, diventano fluidità capaci di plasmarsi perfettamente sui brani e di fondersi in unico e ruvido elemento.
La pubblicazione del primo EP consente alla band di poter intraprendere un tour che attraversando tutto lo stivale gli darà la possibilità di ricevere una particolare attenzione da parte di stampa e addetti ai lavori.
Dopo “Mangiare Male”, “Sto bene (se mi dici ti amo e poi ti tagli le vene)” è il nuovo singolo dei Dittatvra pubblicato da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves/Universal, disponibile sulle piattaforme digitali.

Potreste raccontarci come è nata l’idea di creare ‘Sto bene (se mi dici ti amo e poi ti tagli le vene)’?
L’aneddoto ufficiale è che uno di noi ha sentito ‘La ballata dell’amore cieco’ di De Andrè da piccolo e ne è rimasto traumatizzato. Nella sostanza è successo che questo testo era pronto da almeno una decina d’anni, solo che non era mai riuscito a vedere la luce perchè non aveva una strumentale.

Qual è il vostro intento dietro questo brano?
Raccontare in toni cupi ed esagerati cosa è per noi il potere. Il potere è infatti il prevaricare sulla libertà e sulla volontà altrui. Un amore che pone alla sua base la prevaricazione sull’altro non è amore, ma è una scusa per esercitare il proprio potere. E quest’ultimo non è altro che un’esaltazione egoistica e materiale dell’io, perchè non prova empatia, che è il sentimento di condivisione emotiva e spirituale per eccellenza. Non a caso la vanità è il peccato preferito del diavolo.

Il vostro videoclip offre una rappresentazione visiva intensa e metaforica. Potreste spiegarci il significato dietro le due situazioni contrastanti descritte nel video?
Il videoclip descrive parallelamente due visioni simili ma contrastanti. Nella prima è rappresentata metaforicamente lo sviluppo di una relazione tossica, che deturpa l’aspetto della vittima con la sua stessa complicità, dovuta all’ascendente del carnefice su di lei.
Nell’altra visione viene trattato invece il tema della musica, che si “impossessa” della mente di una ragazza, la quale trasforma la propria estetica come un serpente che fa la muta e si rinnova con una nuova consapevolezza e una nuova forza.

Come avete affrontato la creazione di un brano così intenso e tematicamente complesso?
Come si affronta la creazione di un brano punk: ubriacandoci, incazzandoci e bestemmiando.

Qual è il messaggio principale che sperate che gli ascoltatori ricevano da ‘Sto bene (se mi dici ti amo e poi ti tagli le vene)’?
Che quando tutti gli esseri umani impareranno ad amarsi l’un l’altro allora non ci sarà più bisogno di alcuna forma di potere.

Quali sono i vostri prossimi progetti? Possiamo aspettarci altri brani che esplorano temi simili?
I prossimi pezzi che pubblicheremo affronteranno comunque temi attuali e controversi, in particolar modo il bullismo, la malattia mentale e l’empatia negativa, ossia la capacità dell’essere umano di entrare in sintonia con la cattiveria e la violenza.

 

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