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‘Non smettere mai di pensarmi’, un inno al riscatto personale nel nuovo romanzo di Elena Ana Boata

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MILANO – Un libro che sprona il lettore a riflettere e a ricoprirsi di umiltà per intraprendere una nuova strada nella riscoperta dei propri affetti e della gioia dei piccoli dettagli. È la storia di una rinascita alla quale nessuno dovrebbe mai rinunciare, un nuovo inizio in cui ognuno ha il diritto di credere e sperare, il nuovo romanzo Non smettere mai di pensarmi di Elena Ana Boata, scrittrice vivace e sensibile, da oltre 15 anni attiva sulla scena editoriale con opere per adulti e bambini pubblicate in diverse antologie, risultate finaliste e vincitrici di innumerevoli premi letterali.

Edito dalla casa editrice Kimerik, il libro dell’autrice poliedrica invita il lettore a fermarsi, a riprendere fiato e ad acquisire consapevolezza per poter ripartire, ancor più in un periodo storico in cui ci si è resi contro che sono proprio le piccole “cose” a fare la differenza.

Non è difficile, infatti, immedesimarsi nelle vite dei personaggi che popolano il libro di Elena Ana Boata, che, anche questa volta, riescono a sconvolgerci nel segno dirompente dell’amore; essi sono pieni di un ricco mondo interiore, nascosto all’apparenza e tutto da scoprire, sono fragili e forti al contempo, suscitano la curiosità e interrogano fin nel profondo dell’anima.

Non smettere mai di pensarmi è il coinvolgente racconto della vita del cinquantenne Massimo, che verrà stravolta a seguito di un inaspettato tragico evento. Da quel momento, tutte le certezze, che sembravano riempire con soddisfazione la quotidianità del benestante imprenditore, inizieranno a vacillare e tutto sarà rivalutato, con evidenti ripercussioni su ogni aspetto della sua esistenza. Ad essere messi in discussione non saranno solamente i rapporti con la sua famiglia, ma anche con i suoi amici più cari e con i colleghi di lavoro. Ma fondamentalmente a cambiare, sarà la percezione del mondo di Massimo, che con il supporto iniziale di una psicologa, si lascerà coinvolgere in nuove esperienze e situazioni di vita sino ad allora mai prese in considerazione. Aprirà i suoi occhi, ma soprattutto il suo cuore, a nuove amicizie, che inaspettatamente lo porteranno a riconsiderare la sua scala di valori. I tanti personaggi che intrecciano le loro esistenze, in quest’ultimo romanzo della Boata, sproneranno il lettore stesso, insieme al protagonista, a fermarsi e a riflettere su temi di evidente attualità. Nel romanzo infatti vengono affrontati con delicatezza ma anche con estrema lucidità e consapevolezza questioni quali l’immigrazione clandestina, la violenza di genere, i difficili rapporti tra genitori e figli e la nevrotica superficialità della routine della vita moderna. Un finale inaspettato farà da giusta cornice a questa avvincente opera di narrativa.

“Distratti dalla nevrotica routine di ogni giorno, perdiamo la cognizione di avere a portata di mano tutto ciò che ci è necessario – si legge nella prefazione. Dimentichiamo totalmente coloro i quali, invece, hanno perso quel poco che avevano, diventando una schiera muta di “invisibili” per la nostra società. Toccare con mano una realtà in cui vigono indifferenza ed emarginazione, crude e totali: sarà questa la scintilla che metterà in moto il cammino di ricostruzione di Massimo, che butterà giù l’impalcatura delle proprie certezze per ripartire da zero.

Il romanzo è da considerarsi una fonte preziosa di spunti di riflessione, in merito a tanti elementi che possono sconvolgere il nostro modo di vivere, anche per quanti conoscono da vicino le situazioni difficili descritte nelle pagine di Non smettere mai di pensarmi:  “Elena Ana Boata, con il suo romanzo ci fa entrare con garbo, attraverso la sua spiccata sensibilità, negli ambiti più profondi dell’animo umano – spiega la Dott.ssa Noemi Montani, assistente sociale Area Minori – Famiglia  di Adulti Fragili, progetto di integrazione socio-sanitaria rivolto a persone adulte in stato di non autosufficienza e fragilità sociale. Gli episodi traumatici vissuti da Massimo, il personaggio principale del romanzo, hanno sovvertito improvvisamente tutte le sue convinzioni riguardo il valore e l’unicità della vita umana. Scorrendo le pagine del libro si ha la sensazione di divenire consapevoli di ciò che può essere importante o irrilevante nel vivere. Tutto dipende da noi stessi e da quanto ci soffermiamo a considerare “l’altro”. Soprattutto le persone fragili che a causa di una condizione di precarietà sono particolarmente vulnerabili”.

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