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Intervista alla band Kreky & The Asteroids

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Abbiamo intervista la band romana Kreky & The Asteroids che ha da poco pubblicato il primo album dal titolo “Banner Blindness”, anticipato dal singolo Moonless Sky. Ecco cosa ci hanno raccontato

 

Siete freschi di uscita e di release party…a proposito, come è andato?
Bene, dai. Poi, per noi non è mai abbastanza.
Però ci siamo divertiti.

Come descrivereste la sensazione e lo stato d’animo che provate quando fate musica?
Rigenerante. Anche quando si fanno le 3 del mattino in sala e poi il giorno dopo ci si sveglia alle 7 (o prima) per andare a lavoro. Magari ci si maledice un pochino, però quando si sentono le registrazioni, i progressi dei brani e le improvvisazioni, c’è soddisfazione!


Parliamo di “Banner Blindness”, il vostro nuovo album. Quanto siete soddisfatti del risultato?
Nessuno di noi è obiettivo a riguardo e ognuno ha i suoi brani preferiti. Il fatto che sia un album di facile ascolto ed equilibrato/omogeneo, è un buon punto però.

In Italia pensate che cantare in lingua inglese vi possa penalizzare?
Certo che sì. Abbiamo anche delle mail che lo attestano! Detto ciò, è un problema solo in parte, altrimenti ci saremmo messi a fare tutt’altra musica e a rincorrere i generi che stanno in classifica, come fanno i ¾ di quelli che sentiamo. Abbiamo un’identità, più andiamo avanti e più si definisce, è un bene non essere uguali agli altri.

Da piccoli chi sognavate di diventare “da grandi” e che bambini siete stati?
In ordine: Bruce Wayne, Andrea Parodi (il cantante), paleontologo o astronauta, Pablo Escobar, “perché non siamo ancora piccoli?” Probabilmente eravamo tutti piccoli teppisti.

Ci lasciate con una frase di una vostra canzone?
“I would give myself some peace, but I ain’t got the time.”

 

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