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Recensione: Elena Ventura – Inevitabile

Elena Ventura – Inevitabile
Una voce nuova che non ha paura di essere imperfetta
Ci sono dischi che colpiscono per tecnica, altri per ambizione. Inevitabile, il debutto di Elena Ventura, colpisce per la sua sincerità. È un album che non si traveste da capolavoro, ma si fa ascoltare con piacere perché non finge. Ventura non vuole piacere a tutti: racconta se stessa, e basta.
Sette tracce, una voce riconoscibile (e già questo è un merito), testi che oscillano tra malinconia e ironia, tra disillusione e testardaggine. La scrittura è forse la parte più interessante del progetto: asciutta, a tratti spigolosa, ma capace di aprirsi all’intimità con un pudore che non nasconde la verità, semmai la protegge.
Il singolo Specchio riflesso è una dichiarazione d’intenti: Elena si guarda, si giudica, si perdona. Funziona anche Odio tutta la gente, brano quasi teatrale che gioca con lo sberleffo senza perdere profondità. In generale, l’intero disco si muove su un equilibrio sottile tra leggerezza e consapevolezza, come se ogni traccia fosse una piccola confessione detta tra i denti.
Ma se la scrittura è matura, sul piano sonoro c’è ancora qualcosa da limare. Gli arrangiamenti, pur coerenti, restano spesso su una linea troppo sicura, quasi trattenuta. Manca un po’ di coraggio nel rompere la forma, nel rischiare. Si percepisce una sensibilità musicale interessante, ma ancora timida nel farsi sentire davvero.
Il consiglio? Per il futuro, provare a perdere l’equilibrio. Lasciare entrare il disordine creativo, l’imprevisto. Perché Elena Ventura ha tutto per diventare una voce importante del cantautorato contemporaneo: le manca solo il momento in cui decide di non piacere nemmeno a sé stessa, ma di raccontarsi fino in fondo. E senza sconti.
Un debutto riuscito, che apre una porta. Ora siamo curiosi di vedere cosa ci sarà dietro.
Voto: 7