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“Veterano” di Er Pablo: un inno alla resilienza e all’evoluzione

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C’è un tempo lento che scorre tra le parole di “Veterano”, il nuovo singolo di Er Pablo. Un tempo fatto di riflessioni, silenzi, appunti sparsi e frammenti di vita che, solo dopo anni, trovano la loro forma in musica. Il brano è una narrazione aperta, dove le guerre personali si intrecciano a quelle del mondo, dove la musica diventa rifugio, voce e compagna. In questa intervista, Er Pablo si racconta con lucidità e delicatezza: l’inizio precoce, la voglia di sperimentare, l’amore per i dettagli e per quella figura femminile che nei suoi testi prende il volto della musica stessa.

C’è un momento specifico che ricordi come l’inizio della tua carriera musicale?
“Ricordo molto bene quando iniziai a fare musica.
Avevo 13 anni, non riuscivo a riconoscermi nella musica che andava di moda in quel momento, quindi pensai di provare a farla per conto mio, in modo tale che potesse essere come piaceva a me. Ho avuto la fortuna che gli strumenti in casa erano già presenti, così a piccoli passi iniziai a giocare con la musica da autodidatta.”

Da dove trai principalmente ispirazione per le tue canzoni?
“Non saprei dire esattamente da dove nasce l’idea per una canzone. Io personalmente sono un ragazzo molto curioso che fa molto caso ai dettagli della vita. Le persone che incontri per la strada, i dialoghi dei passanti mentre cammini in centro, il modo in cui la luce entra in una stanza buia, sono tutti piccoli dettagli della vita quotidiana che però possono regalarci sensazioni uniche. Forse per questo mi piace dire che la musica va ascoltata e non scritta, perché credo che spesso sia lei stessa a dirci cosa vuole comunicare. Noi siamo solo interpreti di quello che vuole trasmetterci.”

Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle tue canzoni?
“Certamente, anche se penso che il significato di un testo cambi a seconda delle sensazioni che ognuno di noi percepisce nel momento in cui l’ascolta. Spesso dico “lei” o mi rivolgo ad una figura femminile all’interno dei miei testi. Io non lo associo sempre ad una donna, in molti casi mi riferisco all’arte o alla stessa musica che considero la donna del mio cuore.”

Quali artisti o generi musicali ti hanno influenzato maggiormente?
“Sono tanti i generi musicali che amo, dalla techno al jazz, all’ hip hop fino a finire nei grandi classici della musica italiana.
Servirebbe più di una vita per dire tutti gli artisti che amo e rispetto profondamente, De Andrè, Califano, i Modena City Ramblers, Primo Brown, Danno, i Villa Ada Posse…
Sono pochi esempi, ma per ognuno degli artisti che ho citato potrei parlare per ore”

Come valuti la tua evoluzione artistica nel corso degli anni?
“Sono cambiato molto nel tempo come artista, quando ho iniziato facevo solo rap underground, poi mi sono innamorato della musica suonata dal vivo e ho iniziato a sperimentare con gli strumenti. Oggi la mia musica va dal rap più grezzo, a pezzi con uno stampo più indie-pop. Nel corso della mia maturazione musicale, che spero non finisca mai, ho imparato sempre di più a giocare con la musica. Lo studio mi ha aiutato ad approfondire a livello tecnico, ma tutto quello che riguarda il sentimento viene da dentro e spesso muta e si evolve di volta in volta variando la mia visione dell’arte e nei diversi modi di esprimerla.”

Qual è la tua canzone preferita da eseguire dal vivo e perchè?
“Essendo un curioso che ama la sperimentazione mi piace riarrangiare tutti i pezzi con la band prima di un live.
Per questo non ho un vero è proprio pezzo preferito, ma se ne devo indicare uno direi Veterano, perchè è l’unico che posso eseguire sia da solo chitarra e voce, che con tutto il gruppo.”

Da dove è nata l’idea per il tuo nuovo singolo?
“Veterano è un brano molto particolare, la scrittura è durata anni. Il ritornello l’ho scritto circa 5 anni fa, non aveva una musica sotto era solo un testo che mi girava per la testa. La prima strofa nasce circa 3 anni fa insieme anche al giro di chitarra, la seconda strofa arriva solo 2 anni fa, appena trasferito a Milano.
Non nasce con una vera e propria idea, è un pezzo che parla di molte cose, parla della mia chitarra, delle persone che ho incontrato in questi anni, parla della guerra, in tutte le sue sfaccettature. L’interpretazione però la lascio all’ascoltatore e spero che ognuno di loro riescano a trovare un’idea e un argomento trattato, e spero che entrambi possano cambiare nel tempo come è stato per me.”

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
“Non mi sono posto obiettivi specifici per la mia carriera, sicuramente continuerò a concentrarmi sulla mia musica, sperando di crescere e mutare insieme a lei. Ora per me l’importate è pubblicare tutto quello che ho fatto in questo periodo milanese, portando tutti i pezzi in live ogni volta che posso. Non lo considero un obiettivo, ma ho il sogno di fare un concerto per onorare tutti gli artisti che per me sono stati fondamentali. Inoltre spero di avere l’occasione di collaborare con artisti diversi, dato che amo sperimentare.
Ho scritto pezzi orchestrali, altri techno, altri ancora che girano solo su un loop di chitarra, prima o poi faranno tutti parte di un grande spettacolo che spero di poter condurre e ascoltare insieme a tutti voi.”

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