Recensioni
“Sensibility” dei The Kollege: il grido di ribellione che risveglia l’anima del rock
“SENSIBILITY” dei The Kollege è un album che si presenta come un urlo liberatorio, un inno alla ribellione contro la superficialità e il materialismo. Con dodici tracce che spaziano dal rock puro al reggae, il gruppo racconta una visione del mondo che è tanto autentica quanto feroce. “NIHILISM” apre il disco con un impeto di rabbia, un’esplosione di energia che annuncia il tono di sfida e disillusione che pervade l’intero album. È la traccia che racchiude il sentimento di chi non crede più nelle illusioni sociali. “FUCK THE FAME” prosegue con un rock funky che si fa manifesto contro la ricerca della fama a tutti i costi, un tema che viene continuamente affrontato attraverso il disco. “SHUT US DOWN” evoca un classico riff rock anni ’70, con un sound che è allo stesso tempo nostalgico e rinnovato, sfidando chiunque a fermare la band ora che sono partiti. Il contrasto tra la rabbia di “MY ENEMY” e la delicatezza di “PAIGE”, con il sassofono che ne esalta la magia, arricchisce ulteriormente il disco, mostrando la varietà e la profondità emotiva della band. “FUCKING DREAM” è il pezzo che culmina nell’invito a svegliarsi dal torpore della società, esortando a guardare oltre il denaro e le apparenze. “HAPPINESS NO PLEASURE” esplora l’idea che la vera felicità non si trova nei beni materiali, ma nel vivere autenticamente, un messaggio potente sottolineato dal funk-rock del brano. “YOU’RE MY SOUL & I’M YOUR BODY” è il primo singolo della band, un pezzo che li ha consacrati e che dal vivo esprime una carica emozionale che non lascia indifferenti. “GET OUT OF MY MIND (ADALINE)” è uno dei pezzi più introspettivi, una traccia che parte da una riflessione personale per esplodere in un ritornello urlato, mentre “ALL IN ALL” combina ritmi funky e rap, raccontando la vera essenza della band. “MARY”, con il suo piano evocativo, tocca un tema doloroso, quello della prostituta dimenticata dalla società, ma con una lacrima che simboleggia la sua dignità. Infine, “I WON’T PRAISE MOM”, il brano reggae che chiude l’album, è un tributo a Bob Marley, ma anche una dichiarazione di indipendenza: è il loro turno di brillare. “SENSIBILITY” è quindi un viaggio sonoro che non ha paura di sfidare e provocare, ma che offre anche riflessione e bellezza, senza mai perdere la propria autenticità.